Le serie tv possono insegnarci qualcosa sul presente?
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Siamo un gruppo di amici che frequentano la Scuola del Design. Ci accomuna la passione per le serie tv e il desiderio di non essere passivi rispetto al mondo dell’intrattenimento, da cui siamo spesso frastornati. Ci preme dare un giudizio accurato e usare le serie tv per capire meglio qualcosa di noi e del mondo che ci circonda. Mentre eravamo in vacanza insieme due anni fa, è nata l’idea di trovarsi a discuterne; da quel momento in poi, la proposta ha preso forma e si è estesa ad altri amici e compagni di corso.
A metà febbraio, durante uno dei nostri incontri, prima del decreto ministeriale del 9 marzo che ha imposto il lockdown, abbiamo deciso che il tema della serata successiva sarebbe stato la miniserie Chernobyl. Ci sembrava che quello che stava accadendo, mentre vedevamo emergere i primi focolai del Coronavirus, fosse analogo a quanto era successo dopo la catastrofe di Chernobyl nell’aprile 1986. Vedevamo infatti che i leader non avevano una totale comprensione del problema, che c’era molta disinformazione e che i dati del contagio erano spesso alterati. La questione del virus in quei giorni sembrava ruotare intorno ad una domanda: vale la pena rischiare la salute di milioni di persone per mantenere una solidità sociale ed economica?
Fanwork che usa la grafica di Chernobyl ipotizzando una serie a tema Coronavirus. Fonte: reddit.com
Chernobyl è una miniserie di cinque puntate, distribuita da Sky e prodotta da HBO dopo oltre 30 anni dal disastro della centrale nucleare. La peculiarità di questo racconto sta nel fatto che non si tratta di un’analisi scientifica di quello che è successo, ma pone al centro della narrazione le storie delle persone che si sono occupate dell’emergenza. Il protagonista è il chimico sovietico Valerij Alekseevič Legasov (1936-1988), che lavora con Ulana, personaggio fittizio creato per rappresentare l’intera squadra di scienziati al suo fianco: insieme cercano di scoprire la verità, trovandosi in contrasto con il regime sovietico. Da parte sua, il governo si adopera per gestire la tragedia, nascondendo la reale portata del problema al resto del mondo e ai propri cittadini. In questo racconto del disastro nucleare emergono alcune tematiche come la scienza, la verità, l’informazione e la politica. Approfondire questi punti ci ha aiutato a capire meglio la situazione attuale.
Fanwork che usa la grafica di Chernobyl ipotizzando una serie a tema Coronavirus. Fonte: reddit.com
La serata dedicata a Chernobyl si è svolta su Zoom durante la quarantena e, come introduzione, alcuni di noi hanno preparato una presentazione con approfondimenti sia sul Covid-19 sia sull’energia nucleare. Il lavoro in preparazione alle serate è fondamentale, perché consente di avere dei riferimenti concreti e di non essere superficiali nel dialogo. Questi spunti hanno lo scopo di stimolare la discussione ma sono solo dei punti di partenza: ognuno è libero infatti di portare il proprio contributo o del materiale che ritiene possa essere coerente come video, articoli o interviste. Questa diversità nei contributi è sempre una ricchezza, perché permette di esplorare gli argomenti di cui stiamo parlando da più punti di vista, senza mai accontentarsi del giudizio “più facile”.
Soprattutto in questo momento storico ci siamo trovati ad apprezzare il valore di un’occasione di dialogo. Quanto spesso capita di fare binge watching per poi passare alla serie successiva? E di trattare le serie tv alla leggera, quando ci confrontiamo con gli amici?
Mettere a tema Chernobyl ci ha permesso di approfondire tematiche molto attuali, e di andare oltre la narrazione senza essere superficiali. Ci siamo trovati ad averne bisogno ora più che mai per capire meglio quanto sta succedendo nel mondo intorno a noi.